Il cibo a Lanzarote? Un mare di sapori che emerge da un continuo incontro di culture diverse. Stranieri provenienti da ogni dove affollano l’isola tutto l’anno, sia come turisti che come residenti, portando con sé usanze e piatti tipici che col tempo si mescolano a quelli locali facendo nascere piatti sorprendenti e particolari.
La cucina canaria, già ricca per i piatti tipici spagnoli, si caratterizza anche per altri piatti di terra e di mare. Diverse sono le preparazioni con i legumi, utilizzati ad esempio per i “potajes” (zuppe), onnipresenti le “papas arrugadas” (patate canarie) sempre servite con i classici “mojos” verde e rosso, salse particolarmente appetitose a base di spezie. Poi c’è l’immancabile “gofio”, una farina ottenuta dalla macinatura di grano cereale tostato e base di numerosi e gustosi piatti tipici. Infine troviamo, solo per citarne alcuni tra i tanti, l’ “atun en adobo”, tonno a cubetti cotto in una salsa di aglio e spezie, il “bienmesabe” tipico dolce a base di mandorle ed il “conejo en salmorejo”, tradizionale piatto a base di carne di coniglio. Se è vero che las “Islas Afortunadas” (le isole felici), come le chiamano gli spagnoli, offrono sole, mare e bellezze naturali è anche vero che sono un crocevia di sapori che i visitatori non si possono perdere.
L’isola offre numerose alternative per degustare i suoi piatti tipici, molte volte in scenari meravigliosi. Ovviamente la cucina più genuina e autoctona la incontrerete nei locali tipici, quelli per intenderci dove incontrerete principalmente chi vive sulla isola. “Sociedad” e “Teleclub”, delle specie di circoli di paese, che vi offriranno pochi ma robusti piatti tradizionali e “bar-restaurantes” con l’aspetto di vecchie osterie che offrono cucina calda ininterrottamente da mattina a sera. Non mancano comunque ristoranti raffinati ed eleganti con chef di prim’ordine.
Da menzionare a parte, i formaggi di capra prodotti a Lanzarote, premiati in Spagna e all’estero. Da provare sono i formaggi freschi, stagionati e semi-stagionati ma anche la ricotta e lo yogurt, preparati con cura e maestria da diversi caseifici artigianali, il più famosi ad Haria e Femes.
Anche per quanto riguarda i vini, le Canarie ed in particolare Lanzarote, si distinguono tanto che addirittura Shakespeare li nomina in alcune sue opere chiamandoli “sack”, “canary” e “malmsey canary”. Ecco un passo dell’Enrico IV: “But, i´faith you have drunk too much canaries and that´s a marvellous searching wine, and it perfumes the blood ere one can say: What´s this? “
Parla del famoso vino Malvasia. La Malvasia Volcanica è il vino più tipico dell’isola, ricco di profumi intensi e ben strutturato, quello prodotto in queste terre da uve malvasia, uva aromatica per eccellenza, si arricchisce di grande mineralità grazie ai terreni vulcanici e sapidità per l’aria marina. Lo incontriamo in versione “seca”, “semi-dulce” e “dulce”, anche invecchiato in botte. Gli abbinamenti con il cibo sono infiniti.
Da menzionare sono anche, tra i bianchi, il Diego, vino fresco, morbido di buona struttura e persistenza ed il Moscatel che nella versione liquorosa ha aroma intenso di miele ed in bocca è denso, equilibrato e complesso. Per i rossi (“tintos”) citiamo le uve Listan Negro e Negramoll, raramente utilizzate in purezza, con cui si ottengono vini di buon corpo e sempre ricchi di note minerali. Consigliamo a tutti un giro tra i vigneti e le cantine locali (la Ruta de Bodegas) che si concentrano nell’area della Geria e di Masdache ove sono presenti 13 delle 17 cantine locali (quelle iscritte al “Consejo Regulador de Denominacion de Origen Vinos de Lanzarote“). Alcune cantine esportano negli Stati Uniti e in Germania e nell’ultimo periodo stanno aprendo gli orizzonti anche a Russia e Cina. L’esportazione vinicola ha il grande merito insieme al settore turistico di aver acceso i riflettori sul grande potenziale di Lanzarote.
Di seguito riportiamo una mappa dove sono evidenziate tutte le principali cantine dell’isola.